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Introduzione all'ecosistema binario di Tau Ceti IV

di Paolo Sinigaglia


INTRODUZIONE

Il piccolo pianeta Tau Ceti IV presenta un ecosistema estremamente anomalo: esso infatti è costituito da due sole forme di vita che, contrariamente a quanto sarebbe logico aspettarsi, sono altamente specializzate e organizzate, segno evidente di una lunga evoluzione. Un'analisi delle possibili cause di questa evoluzione anomala è presentata in diversi altri studi [1, 2, 3] ma esula dagli scopi di questa pubblicazione. In questo saggio vogliamo dare una visione panoramica sui fatti noti e le ipotesi relative alle due forme di vita di Tau Ceti IV, note come MSADU (mucche sferiche a densità uniforme) e FCADU (fieno cilindrico a densità uniforme), con particolare riferimento alla loro struttura anatomica e al loro ciclo vitale. Poichè entrambi questi esseri hanno alcune caratteristiche estremamente peculiari e sconosciute nelle forme di vita terrestri, queste verranno trattate in un capitolo a parte. Prima di entrare nei dettagli vogliamo comunque ricordare che, nonostante i primi rapporti [1, 2] distinguessero una terza forma di vita dal nome di TTADU (toro toroidale a densità uniforme), questa creatura è risultata essere semplicemente la forma maschile della MSADU, e non una specie a sè stante [3].

GENERALITA`

Per poter parlare delle caratteristiche delle forme di vita di Tau Ceti IV è necessario prima delinearne alcune delle caratteristiche più peculiari. La prima anomalia, che ha notevolmente sorpreso i primi ricercatori [4, 5, 6] e che ha condotto inevitabilmente alla scelta del nome per questi organismi, è il fatto che la loro densità (massa per unità di volume) è assolutamente uniforme e la loro forma costante. Questo significa che ogni parte di ciascun organismo, ogni organo, ogni goccia di citoplasma, ha esattamente la stessa densità (1.232+-0.003 g/cc), in ogni condizione e che la forma della membrana cellulare non varia mai. E` stato pubblicato uno studio sulle possibili cause evolutive di questo sconcertante fenomeno e ad esso rimandiamo i lettori interessati all'argomento [7]. La seconda anomalia è data dal fatto, tutt'altro che ovvio a prima vista, che queste creature non possono essere considerate nè esseri unicellulari, nè organismi pluricellulari [4, 5]. A un esame superficiale potrebbero venir scambiati per procarioti: un'unica membrana lipidica esterna, il corredo genetico (acidi nucleici, sotto forma di molecole sorprendentemente simili al DNA degli organismi terrestri) distribuito più o meno uniformemente nel citoplasma, i meccanismi di riproduzione che richiamano molto da vicino il ciclo mitotico delle cellule terrestri. D'altra parte, a un'analisi più approfondita, si può notare che gli acidi nucleici distribuiti nel citoplasma non sono diverse parti del corredo genetico della cellula ma tante copie identiche di un'unica lunga catena di acidi nucleici che costituisce l'intero corredo genetico. A fronte dell'enorme specializzazione e della complessità di struttura interna di questi organismi, è più agevole considerarli non tanto come esseri unicellulari, quanto come organismi pluricellulari differenziati le cui "cellule" non sono limitate da una membrana, come accade negli organismi terrestri, ma "aperte". La stabilità della struttura interna di questa "multicellula" e il confinamento delle reazioni all'interno dei singoli organi sembra affidata in massima parte a una struttura reticolare composta da alcune glicoproteine, estremamente complesse, che sembra costituire lo "scheletro", la struttura di sostegno, su cui si basa la differenziazione all'interno della cellula e, contemporaneamente, possiede diverse proprietà comuni a quelle delle membrane citoplasmatiche delle cellule di origine terrestre come, ad esempio, la capacità di regolare localmente la velocità di molte reazioni chimiche e quella di mantenere gradienti di concentrazione di alcuni ioni tra diverse parti del citoplasma [8, 9]. Ci si scuserà quindi se nel seguito, a seconda dei casi di volta in volta trattati, utilizzeremo per descrivere la struttura del FCADU e della MSADU una terminologia formalmente impropria, assimilando questi esseri ora a singole cellule ora a organismi pluricellulari; questo è dovuto semplicemente al fatto che essi non sono nè le une nè gli altri.

ANATOMIA E CICLO VITALE DEL FCADU

Il fieno cilindrico a densità uniforme si presenta sotto forma di filamenti cilindrici del diametro di 2.5+-0.3 micron e di lunghezza variabile dai 10 micron a diversi centimetri [5, 10]. La sua struttura è relativamente semplice: immediatamente all'interno della membrana cellulare si trova un complesso formato da 42 tubuli disposti a elica su 3 strati lungo tutta la lunghezza del filamento e che ricoprono completamente la membrana stessa. Sono questi tubuli che contengono il pigmento giallo- verde che da al FCADU il suo colore caratteristico e che svolge l'azione di fotosintesi [5, 11]. Procedendo verso l'asse del cilindro si incontra una struttura a simmetria radiale, a 14 raggi, che sembra avere una funzione prevalentemente strutturale, garantendo la rigidità della cellula. Infine, vicino all'asse del cilindro, troviamo il materiale genetico della cellula, sotto forma di singole catene di nucleotidi distanziate dai 4 agli 8 micron l'una dall'altra lungo l'asse [12, 13]. Il FCADU assorbe acqua, sali minerali, anidride carbonica e azoto gassoso attraverso la membrana cellulare e, per la stessa strada, espelle ossigeno e ammoniaca [5, 10, 12]. In condizioni ambientali ottimali, una cellula di FCADU è in grado di aumentare di peso (e quindi di lunghezza, visto che il suo diametro rimane costante) di circa il 3% al giorno. Con l'accrescimento della cellula le singole catene nucleotidiche vengono a trovarsi a distanze progressivamente sempre maggiori finchè, quando la distanza tra queste raggiunge un valore vicino agli 8 micron, inizia la nucleosintesi: da ogni catena di DNA ne viene prodotta un'altra, uguale alla precedente, con la mediazione di un template quasi-complementare che viene distrutto al termine dell'operazione [13]. Appena completata la duplicazione le due molecole migrano lungo l'asse della cellula in direzioni opposte, fino a diventare equidistanti rispetto alle analoghe molecole vicine [13, 14]. Quando una sezione di un filamento di FCADU viene danneggiata da agenti esterni, la cellula si spezza in tre tronconi: quello centrale, contenente la parte danneggiata, muore; i due segmenti terminali invece ripristinano la sezione laterale della membrana cellulare e diventano due cellule distinte. E` da notare comunque che questa fissione della cellula è l'eccezione, non la regola: se non intervengono azioni esterne la cellula può continuare a crescere indefinitamente [14, 15, 16]. Nel tentativo di indurre sperimentalmente delle mutazioni in cellule di FSADU è stata scoperta l'esistenza di un sistema estremamente efficiente di protezione genetica: se si danneggia una delle catene nucleotidiche (ad esempio mediante irraggiamento gamma [13, 16] o riducendo localmente la disponibilità di uno dei 6 nucleosidi, sostituendolo con un'antagonista durante la replicazione [17]) la catena aberrante viene rapidamente distrutta e quelle vicine migrano per riportare l'equidistanza. E` stato suggerita [17, 18] l'esistenza di un meccanismo in grado di distruggere il DNA se questo risulta differente da ambedue le catene vicine, ma non esistono ancora prove sperimentali a sostegno di quest'ipotesi. Quello che è certo è che, qualunque sia il meccanismo di controllo, questo garantisce un'incredibile stabilità alla specie, impedendo praticamente ogni mutazione [17].

ANATOMIA DELLA MSADU

La mucca sferica a densità uniforme è un organismo sferico con un diametro variabile dai 12 ai 40 centimetri. Nonostante la perfetta simmetria centrale della sua superficie esterna, la MSADU è sostanzialmente un organismo a simmetria radiale intorno ad un asse preferenziale, che chiameremo "asse polare". Intorno all'asse polare vi sono 666 sezioni, o spicchi, virtualmente identici tra loro [19]. E` notevole il fatto che la maggior parte delle strutture vitali della MSADU si trovino nelle vicinanze del piano equatoriale perpendicolare all'asse polare, in particolare il "cuore elicoidale" e il "cervello" che sono per ora i suoi due unici organi chiaramente riconoscibili. Il rimanente volume della MSADU appare relativamente poco differenziato: al di là della onnipresente rete di "vasi sanguigni" e di "fibre nervose" che raggiunge praticamente ogni punto del volume della MSADU, con la notevole eccezione delle zone intorno alle estremità dell'asse polare, sono state individuate nel citoplasma un gran numero di copie dell'unica catena di DNA della cellula e una struttura reticolare basata sulla stessa A-SGP già vista nel FCADU che riempie l'intero volume sferico [6, 7, 9, 20]. Nei prossimi paragrafi analizzeremo in dettaglio le nostre, per ora purtroppo scarse, conoscenze sul sistema circolatorio e sul sistema nervoso della MSADU, sulle differenze strutturali tra la MSADU e il TTADU e sul loro meccanismo riproduttivi.

IL SISTEMA CIRCOLATORIO DELLA MSADU

Il sistema circolatorio della MSADU è costituito da una rete di vasi, di diametro variabile da circa 10 micron alla periferia a oltre 1 cm nel cuore elicoidale di una MSADU adulta, nei quali scorre un fluido che, al pari del sangue, ha come funzione primaria il trasporto dell'ossigeno e come scopo secondario la distribuzione all'interno dell'organismo di sostanze capaci di alterare localmente il metabolismo della cellula. Sono stati individuati finora 17 "ormoni" nel sangue della MSADU e non c'è dubbio che ulteriori ricerche permetteranno di riconoscerne altri [21]. Il trasporto dell'ossigeno sembra essere legato prevalentemente a una proteina coniugata contenente uno o più atomi di cadmio nel gruppo prostetico, la cui struttura non è ancora stata identificata con certezza [22]. Il fluido è mantenuto in circolazione mediante un sistema di pompaggio estremamente singolare: il cosiddetto "cuore elicoidale" della MSADU. Il cuore elicoidale è costituito da cinque grossi vasi (da 5.5 a 13.5 mm di diametro, a seconda delle dimensioni della MSADU) avvolti a elica intorno a una fibra "muscolare" di diametro circa uguale. Questa struttura forma un anello, sul piano equatoriale della MSADU di diametro pari a circa due terzi del diametro della MSADU stessa, in modo tale che i vasi si richiudono su se stessi dopo 133.2 spire, sfasati quindi di 72 gradi; pertanto più che di cinque vasi distinti si dovrebbe parlare di un unico vaso che compie cinque giri intorno all'equatore prima di richiudersi su se stesso [23, 24]. La fibra muscolare centrale è in costante oscillazione trasversale, in polarizzazione circolare, con un periodo di 2.5+-0.5 secondi. L'insieme si comporta come una pompa peristaltica: in ogni istante, nello spazio compreso tra due nodi dell'onda, si ha la compressione di ciascuno dei tre vasi, in punti diversi [23, 24, 25] con il notevole risultato di permettere il pompaggio del fluido circolatorio mantenendone costante la densità [24, 25]. Infatti la fibra centrale non varia di dimensioni ma solo di forma (in effetti si potrebbe dire che cambia solo di posizione come una vite senza fine che, ruotando, sembra cambiare **localmente** forma, ma globalmente rimane immutata) e la pressione del fluido all'interno dei tre vasi è mantenuta pressochè costante e uniforme e così la sua densità [25]. Lungo l'intera superficie esterna del cuore elicoidale si innestano i vasi secondari che, ramificandosi, si diffondono in tutta la cellula [26, 27]. Di particolare interesse quei capillari che, raggiungendo la membrana cellulare, permettono lo scambio gassoso con l'esterno (CO2 verso l'esterno e O2 verso l'interno). Questo avviene in particolari siti, distribuiti uniformemente sulla superficie della cellula, nei quali sembra esistere un meccanismo di trasporto attivo dei gas attraverso la membrana. I particolari di questo meccanismo sono tutt'ora oggetto di studio [27, 28].

IL SISTEMA NERVOSO DELLA MSADU

La comunicazione tra le diverse parti di una MSADU sono affidate prevalentemente a quello che, in mancanza di un termine più appropriato, chiameremo il suo sistema nervoso [29]. Questo è costituito da una rete di fibre di natura essenzialmente proteica. Ogni fibra è formata da una serie di molecole proteiche, identiche tra loro, estremamente allungate e circondate da una guaina fosfolipidica che ha la doppia funzione di mantenere stabile la struttura terziaria della proteina [29, 30] e di permettere la trasmissione dell'impulso nervoso [30]. L'impulso si propaga lungo l'interfaccia tra la molecola proteica e la guaina ed è costituito da una perturbazione del legame esistente tra le molecole della guaina e un insieme di siti attivi sulla proteina [30]. Le configurazioni delle due molecole rendono possibili almeno due stati di combinazione tra esse, dei quali uno stabile (S-0) e uno metastabile (S-1): quando una parte della guaina viene forzata al legame di tipo S-1 torna rapidamente allo stato stabile S-0 causando però il passaggio a S-1 delle molecole a diretto contatto nella direzione dell'estremità carbossilica della molecola proteica; queste a loro volta ripeteranno il processo propagando l'impulso lungo la molecola [30, 31]. L'energia necessaria per la transizione da S-0 a S-1 è ottenuta da una lunga catena ossidativa, non ancora completamente compresa, sostenuta da un gran numero di enzimi presenti nel citoplasma intorno alla fibra stessa [31].

CARATTERISTICHE PECULIARI DEL TTADU

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RIPRODUZIONE DELLA MSADU

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

  • [1] "Tau Ceti IV: a collapsed ecosystem?" 2073, J. Esobiol. Res. 7:122-125
  • [2] "Tau Ceti IV ecosystem: an extreme situation" 2074, Nature 841:47-52
  • [3] "Evolution in a binary ecosystem" 2074, J. Esobiol. Res. 8:245-353
  • [4] "A preliminar study of Tau Ceti IV life" 2073, Am. J. Esobiol. 12:32-43
  • [5] "Photosyntesis in Uniform Density Cylindrical Hay" 2075, J. Biol. Chem. 431:616-621
  • [6] "Uniform density life forms of Tau Ceti IV" 2075, Esobiol. Acta 12:118-125
  • [7] "Evolutive advantages of isoponderality in Tau Ceti IV life forms" 2074, Esobiology 142:27-31
  • [8] "Structural stability in Tau Ceti IV macrocells" 2076, Br. J. Esobiol. 23:98-112
  • [9] "Glicoprotein A-SGP: a substitute of cytoplasmic membrane" 2076, J. Biol. Chem 440:79:86
  • [10] la struttura del fcadu
  • [11] i pigmenti dei tubuli fotosintetici del fcadu
  • [12] il metabolismo del fcadu
  • [13] la nucleosintesi asimmetrica del dna del fcadu
  • [14] riproduzione intracellulare
  • [15] cellule ad accrescmento illimitato
  • [16] i meccanismi di riparazione cellulare del fcadu
  • [17] meccanismi di feedback che garantiscono la stabilità genetica nel fcadu
  • [18] un'ipotesi sul feedback genetico nel fcadu
  • [19] simmetria radiale e strutture elicoidali
  • [20] la funzione dell'asse polare nella MSADU
  • [21] peudo-ormoni nella comunicazione intracellulare
  • [22] An oxygen-binding protein in uniform density cow blood
  • [23] il cuore elicoidale della msadu
  • [24] il cuore elicoidale della msadu: un'elica stazionaria
  • [25] un sistema a densità uniforme per il pompaggio dei fluidi
  • [26] la rete circolatoria della msadu
  • [27] i sistemi di trasporto e scambio O2/CO2 nella msadu
  • [28] l'assorbimento dell'ossigeno da parte della msadu: ipotesi su un sistema di trasporto attivo trans-membrana
  • [29] comunicazione intracellulare nella msadu
  • [30] la neuroproteina p4215: siti attivi e caratteristiche strutturali
  • [31] bilancio energetico della trasmissione degli impulsi nervosi nella msadu

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