**** MEANINGLESS MESSAGE WARNING **** * Press Ctrl-C to skip to next msg. * *************************************Nulla nella mia vita va più liscio o lineare come capita alle persone normali. Ormai vivo quotidianamente in un dramma kafkiano, mi sembra di essere un personaggio di quei romanzi russi tanto adatti per pareggiare le gambe dei tavoli sbiruli. No, dite? Esagero?
Sono le otto di ieri sera. Sto lavorando in ufficio come al solito. Le dita si muovono sulla tastiera, ma la mente è concentrata sul problema di come consegnare entro domani alle 14 un programma commissionatomi da una azienda di cui non farò il nome, ma che fa rima con "odore". Da mesi pospongo questo momento, inventando le scuse più fantasiose e stratagemmi tanto ingegnosi da far apparire puerili i metodi di fuga ideati da Houdini. Domattina però non ci sono cazzi. Lo devo portare, ne va della mia vita. Stasera vado a letto presto, è deciso. Mi metto a lavorare domattina presto e lo finisco. Giuro, stavolta lo faccio.
All'una decido di andare a casa. Telefono al Bini per consegnargli un dischetto che mi aveva chiesto e scendo in strada per aspettarlo. Ho voglia di fumare, mi metto una sigaretta in bocca e scopro di aver lasciato l'accendino da qualche parte. Rapida bestemmia. Sguardo in giro. C'è ancora parecchia gente a spasso, i derelitti del secondo spettacolo del cinema. Fermo un paio di coppie chiedendo del fuoco e rispondono con disprezzo che non fumano, come a dire "schifoso relitto schiavo del vizio, ci fai così schifo che anche se avessimo un lanciafiamme non ti faremmo ugualmente accendere". Scrutando l'orizzonte, nessuno fuma. L'Italia si avvia a diventare un paese di coglionazzi moralisti verdi con i polmoni sani. Spero sempre nell'aumento dell'inquinamento che riporti in pareggio la situazione.
Un marocchino si avvicina e bofonchia qualcosa in italo-senegalese. Meccanicamente gli faccio cenno che non mi interessa comprare nessun braccialetto di perline e quello se ne va. Dato che sono molto intelligente, ci metto solo cinque secondi a darmi del pirla e a cercare di rincorrerlo per farmi vendere un accendino, ma ormai il vu cumprà è scomparso. Volatilizzato. Il corso Vittorio Emanuele, solitamente più affollato di nordafricani della casbah di Tunisi, è totalmente privo di immigrati extracomunitari: il paradiso degli ariani, sono tutti alti e biondi. E la voglia di fumare non passa.
Cammino nervosamente, poi arriva Bini. Gli dò il suo disco. Un rapido scambio di battute e poi ci separiamo. Arrivo alla mia auto, entro, accendo con l'accendino elettrico del cruscotto e vado a casa. Sono quasi le due.
Solito amletico dilemma. Pollo o non pollo? Se pollo, mi tiro giù i messaggi dell'area nove e poi passo la notte a rispondere. Se non pollo, non prendo sonno al pensiero dei messaggi che si accumulano.
Pollo. Accendo il 286 e, mentre parte l'autoexec che polla automaticamente BBS2000, me ne vado al cesso per una seduta culturale. Quaranta pagine di romanzo più tardi torno e vedo che sono arrivati 77 messaggi nuovi. Cazzo. Mi metto a rispondere e finisco alle tre e qualcosa.
Imprecando vado a dormire. "Giuro che mi sveglio presto domattina, devo lavorare". Metto la sveglia alle 7:50, leggo ancora un po', poi sceglo il CD per la nottata, metto l'autorepeat e lo faccio partire. Spengo la luce e mi metto a dormire. Sono le 4:30, come sempre.
La mattina dopo mi sveglio verso le 8:30. La sveglia sta suonando da 40 minuti ma non me ne sono accorto, come sempre. "Coraggio, è ora di alzarsi, svegliati", mi dico con molta enfasi. Poi, compiaciuto per la buona intenzione, mi rivolto dall'altra parte e mi rimetto a dormire.
Mi sveglia la telefonata della Folletta.
"Svegliati"
"Sono sveglio"
"Sicuro"
"Sì sì, sono sicuro"
"Vabbè, allora ti saluto. Lavora mi raccomando"
"Certo, certo"
Come mollo il telefono, ripiombo sul letto in stato di catalessi. Mi risveglia il telefono alle 10:30.
"Pronto?"
"Pronto? Sono l'ing. XXXXXXXX" (il mio megadirettore galattico)
Zang! Panico! Risveglio immediato, adrenalina in circolo, sensi all'erta.
"Buongiorno mi dica."
"Allora, si ricorda quel lavoretto per oggi..."
"Certo certo stia tranquillo."
"Ah, oggi alle 14 vorrei che partecipasse a una riunione con alcuni miei colleghi per discutere alcune cosette...."
"Non c'è problema, ci sarò"
Guardo l'orologio: ho esattamente due ore e mezzo per scrivere un database relazionale completo in Clipper, completo di opzioni di ricerca con filtro stile SQL, stampa tabulati ed etichette, partendo da zero. Praticamente impossibile.
"Perchè, perchè mi ficco sempre in questi casini?" piagnucolo caricando il mio editor e mettendomi a digitare furiosamente. Tra un SET FILTER e un DO CASE rinnovo il mio quotidiano giuramento di non ridurmi mai più all'ultimo momento, di non prendere impegni che non posso mantenere, di pianificare meglio il mio lavoro. Dopo un'oretta di lavoro, in cui gran parte del database fotografico di Bini è finita all'interno del nuovo sorgente, ho un abbozzo di programma funzionante. Compilo, qualche errore, correggo, ricompilo, ancora errori... "FOTOGRAF.PRG, unknown identifier in 69"... Devo ricordarmi di togliere tutti i riferimenti alle diapositive del Bini, in un programma anagrafico di clienti in ambito informatico non c'entrano molto...
Guardo l'orologio: le 12. Sono disperato. Ancora mi devo vestire, mangiare qualcosa per non svenire, finire il programma e andare a consegnarlo. Riempio la vasca da bagno mentre lancio una nuova compilazione, poi corro in cucina e metto la padella sul fuoco con un hamburger surgelato. Torno in tempo per sentire il beep del computer che segnala una funzione sconosciuta in una procedura. Mi metto a correggere e sento lo scroscio dell'acqua della vasca che trabocca. Mi alzo, corro in bagno, chiudo la vasca e sento un odore di bruciato tremendo. Corro in cucina. Cazzo, non ho tolto la plastica all'hamburger prima di metterlo sul fuoco. Butta via, cambia padella, metti altro hamburger (senza plastica) sul fuoco. Beep, di là ha finito di compilare. "Blinker error: not cross referenced library". Vaffanculo.
Modifica, corri in cucina, prendi padella, spegni fuoco, porta padella su tastiera, mangia hamburger con mano sinistra mentre con destra digiti sul sorgente. Che ore sono? Cazzo le 12:30! Trangugia ultimo boccone di carbon fossile, butta via padella, salva sorgente e ricompila. Come premi return, corsa rapida, tuffo nella vasca.
Splash splash splash, scrub scrub, splash, gurgle. Shampoo. Beep, fine della compilazione. Balzo fuori da vasca con shampoo in testa, vedo numero linea con errore. Edito procedura, risalvo, ricompilo, rituffo in vasca. Fine lavaggio, veloce sciacquatura e deodorazione, lavaggio denti, beep.
Torna su tastiera, muovi spazzolino con destra, con sinistra inserisci quel maledetto simbolo "&" che mancava ad una macro. Risalva, ricompila, torna al cesso, ingoia sorsata di acqua con dentifricio per errore, bleah che schifo, finisci toeletta, beep altro errore.
Tremito alle mani, voglia di buttare il pc dalla finestra. Calma, calma, sangue freddo, ricordati di Alamo. Che cazzo non funziona stavolta ? Ah, sì, questo è facile. Modifico, ricompilo, lancio. Funziona! O meglio, non da errori, ma il programma è uno schifo. La maschera di inserimento dei dati sullo schermo è incasinatissima, non si capisce niente. Se premi un tasto diverso da quelli previsti, c'è un messaggio di errore e il programma abortisce. Nessun controllo dell'input, puoi digitare le misure di Serena Grandi al posto della provincia e il programma se le cucca tutte beato.
Beh, ormai non ci sono cazzi, o così o pomì. Salvo, formatto dischetto, corro in camera. Prendo camicia-giacca-calzoni-calze-mutande-scarpe-cravatta. Sono cazzi: non entro nei calzoni! Poi mi chiedono perchè voglio dimagrire!
Vabbè, riunione o non riunione devo mettere i jeans. La cravatta e la giacca gli dovranno bastare, è già tanto se mi sono fatto il bagno... la barba! Devo farmi la barba!
Non c'è tempo per la schiuma: porto rasoio bilama Gillette davanti a monitor e mentre controllo che il programma funzioni mi do rasoiate alla cieca sulle guancie. Che male! Meglio non mettere il dopobarba o sentono le urla fino a Cinisello.
Mi vesto, sono le 13:30. Per le 14 devo essere là cazzo cazzo, non ce la faccio. Il disco è formattato. COPY *.DBF A: return COPY CBM*.EXE A: return. Salvato. Tolgo il disco, mi infilo le scarpe, ahi che male come sono strette, non spengo nemmeno il computer, schizzo fuori di casa con dischetto e giacca in mano.
Salgo in auto, corro a 120 all'ora verso la mia meta lontana, (avrò chiuso la porta di casa? e il gas?), salgo in ascensore: sono le 13:58. Entro con il fiatone, brandendo trionfante il dischetto. Busso alla porta del megadirettore galattico.
"anf anf anf permesso"
"Si accomodi.. ma, mi sembra un po' pallido, qualcosa non va?"
"Io? nahhhh tutto benissimo, meglio di così si muore."
"Bene"
"Ho portato il programma"
"Programma? Ah sì... beh, ma non c'era fretta, se non era oggi era per un altro giorno." (pausa di qualche secondo carica di significato. Nella mia mente balugina l'immagine di una lama di coltello che affonda nella sua trachea inondandomi mani e viso di caldo sangue arterioso, mentre io rido pazzamente e colpisco finchè non mi portano via a forza.)
Sorriso forzato: "Ah, davvero? Beh, allora è meglio che me lo porti via, così magari aggiungo qualche miglioramento..." (come le funzioni di ricerca dei dati, che ora non ci sono. Ma questo non lo dico).
"Sì perfetto"
Seguono 4 ore di lavoro, mentre medito sui casi della vita e su come, prima o poi, dovrò proprio decidermi a comprare quel benedetto Uzi.
Morale: sono praticamente distrutto. Ora vado a dormire, la mattinata mi ha annientato, ho i nervi come quelli di un reduce del vietnam. Il primo che tira in ballo il proverbio "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi" lo sbrano.